PERLE DI SAGGEZZA

PERLE DI SAGGEZZA




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Basilica Cateriniana di San Domenico -La storia della Basilica è legata alla figura di Santa Caterina da Siena.

Per le sue dimensioni, per la sua posizione sul colle di Camporegio dalla quale “dialoga” in maniera permanente con il Duomo, per la collezione di opere d'arte che contiene (quattro su tutte: la Maestà di Guido da Siena, l'affresco di Andrea Vanni che raffigura Santa Caterina, unico suo vero ritratto fatto in vita; il ciclo di affreschi del Sodoma nella Cappella di Santa Caterina che racchiude il reliquario con la testa della Santa, l'Adorazione dei pastori di Francesco di Giorgio Martini), e per essere stato il luogo principale della vita religiosa della Santa senese. La costruzione durò oltre due secoli (dal 1226 al 1465). La basilica ha un aspetto severo e massiccio nella sua architettura in mattoni, con facciata anomala, liscia e priva di decorazioni. Nella ampia cripta trecentesca, a tre navate, una grande Croce dipinta di Sano di Pietro. Poco sotto la Basilica, prendendo la Costa del Serpe, una strada un po’ nascosta che scende sotto la collina, si arriva alle Fonti di Fontebranda. Molto bella è la vista del lato posteriore della chiesa (transetto e cappelle terminali), che si gode dal colle opposto rispetto a quello in cui sorge la basilica, soprattutto da via di Diacceto.

Basilica di San Francesco - Qui sono conservate le "sacre particole".

La storia della Basilica di San Francesco è una delle più travagliate della città. La prima chiesa risale al 1228, appena due anni dopo la morte del santo cui è intitolata. Un secolo dopo, nel 1326, prese avvio il progetto attuale, una “fabbrica” che non ha cessato di operare fino all'inizio del XX secolo: dopo un altro secolo fu affidato ad uno dei grandi artisti senesi, Francesco di Giorgio Martini, il progetto di ampliamento della chiesa e di realizzazione di un bellissimo portale, che oggi si trova non più sulla facciata, ma all'interno. Distrutta da un incendio nel 1655, rifatta in stile purista da Giuseppe Partini fra il 1885 ed il 1892, portata ad aspetto definitivamente falso gotico nel 1913, la Basilica di San Francesco ha da allora trovato una sua “pace” ed ospita una formidabile raccolta di opere d'arte di scuola senese, fra i quali l'Incoronazione della Vergine, iniziata dal Sassetta nel 1447 e terminata da Sano di Pietro nel 1450, la Natività di Cristo del Sodoma, due affreschi di Ambrogio Lorenzetti, la Crocifissione di Pietro Lorenzetti. La Basilica conserva anche le “sacre particole”: il 14 agosto 1730 al tabernacolo della Basilica di San Francesco dei ladri trafugarono una pisside d'argento contenente 351 ostie consacrate; le Particole furono ritrovate provvidenzialmente dopo appena tre giorni (il 17 agosto) in una cassetta per elemosine nel Santuario di Santa Maria in Provenzano e riportate in San Francesco con una solenne processione. Da allora, nonostante il trascorrere del tempo, continuano a mantenersi integre e fresche, come testimoniato dai regolari esami a cui vengono sottoposte. La imponente struttura della Basilica comprende anche due grandi chiostri, una cripta che è oggi adibita a biblioteca universitaria, e l'Oratorio di San Bernardino.

Casa Santuario di Santa Caterina da Siena - Riunisce vari ambienti attorno alla casa della famiglia Benincasa.

La Casa natale di Santa Caterina da Siena venne trasformata in santuario nel 1464 e qui si trovano molte testimonianze relative alla sua vita. L'ingresso è costituito oggi dal Portico dei Comuni, realizzato nel 1941, due anni dopo la proclamazione a Patrona d'Italia da parte di Papa Pio XII. Nel 1999 Papa Giovanni Paolo II l'ha proclamata anche compatrona d'Europa. Il portico è così chiamato perché ogni comune italiano contribuì simbolicamente – con un mattone – alla sua realizzazione. E ogni anno, in occasione delle Feste in onore di Santa Caterina (29 aprile) un Comune d'Italia o un'Associazione offre l'olio per alimentare la fiamma di questa lampada votiva in bronzo, voluta dalle madri dei soldati caduti durante la seconda guerra mondiale. La Casa-Santuario è composta da vari ambienti: la Chiesa del Crocifisso (l'opera, su tavola, dalla quale la Santa ricevette le stimmate nella Chiesa di Santa Cristina a Pisa nel 1375), l'Oratorio superiore con bel pavimento in maiolica, l'Oratorio della Camera affrescato nel 1896 da Alessandro Franchi, e la Chiesa di Santa Caterina in Fontebranda, con una statua lignea opera di Neroccio e dipinti di Della Pacchia e del Sodoma.

Collegiata di Santa Maria in Provenzano - Qui si trova la Madonna di Provenzano cui è dedicato il Palio del 2 luglio.

L'Insigne Collegiata di Santa Maria in Provenzano (questo il nome completo) conserva sull'altare maggiore un busto in terracotta della Madonna venerata per un lungo elenco di miracoli realizzati nella seconda metà del Cinquecento. Il primo fu quello relativo all'episodio di un soldato spagnolo che, per scherzo blasfemo, aveva puntato il suo archibugio contro l'immagine sacra. Ma l'arma, invece di esplodere il colpo, implose ed uccise il soldato. Alla Madonna di Provenzano è dedicato il Palio del 2 luglio: subito dopo la vittoria, i contradaioli si recano in questa Chiesa con il drappellone avuto in premio per cantare il tradizionale Te Deumdi ringraziamento alla Vergine. La chiesa, consacrata nel 1611, corrisponde nello stile ai dettami fissati dal Concilio di Trento, sia nell'aspetto architettonico, che nell'impianto liturgico.

La Basilica di San Clemente in Santa Maria dei Servi - La facciata quattrocentesca non è stata mai completata

La Basilica di San Clemente in Santa Maria dei Servi si trova sul colle che domina la Valdimontone, nel cuore stesso della contrada che ne porta il nome, ed è uno dei punti da cui si può ammirare e fotografare uno dei panorami urbani più belli di Siena. Così come è senz'altro un piacere sedersi sui gradini che portano alla chiesa o sostare nel giardino che si trova in una piccola piazza adiacente. La Basilica, consacrata nel 1533 dopo oltre un secolo di lavori, ha una facciata quattrocentesca mai completata ed un campanile trasformato ad inizio del Novecento. Ma la disomogeneità degli stili, evidente anche all'interno (l'ultimo restauro risale al 1926), non toglie nulla al fascino ed alla bellezza della Basilica dei Servi, al cui interno si trova un'opera di altissima qualità: la Madonna in trono col bambino di Coppo di Marcovaldo, pittore fiorentino imprigionato dopo la battaglia di Montaperti del 1260, che secondo la tradizione realizzò questo capolavoro come riscatto per poter tornare in libertà. Fra le numerose opere presenti nella Basilica, spiccano la Natività della Madonna del senese Rutilio Manetti (1625), la Strage degli Innocenti di Matteo di Giovanni (1491), il Banchetto di Erode e l'Ascensione di Giovanni Evangelista di Piero Lorenzetti e scuola (1331-1335), l'Adorazione dei Pastori di Taddeo di Bartolo (1404).

Chiesa della Santissima Annunziata - La chiesa è all'interno dell'antico Spedale del Santa Maria della Scala

L'abside con il grande affresco La piscina probatica di Sebastiano Conca (restaurato nel 2004) e il Cristo risorto in bronzo sull'altare, opera di Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta, sono le due opere d'arte più significative di questa chiesa, nata come cappella dello Spedale Santa Maria della Scala ed infatti inglobata al suo interno, tanto da non avere facciata, né il campanile. L'organo, opera di Giovanni di Maestro Antonio detto Piffaro, risale al 1519 ed è uno dei primi strumenti di questo genere, giunto fino a noi nello stato originale.

Oratorio di San Bernardino - Si trova a fianco della chiesa di San Francesco

L’Oratorio, costruito nel Quattrocento, si trova in Piazza San Francesco, a lato dell'omonima Basilica, in uno dei luoghi in cui San Bernardino era solito predicare. Il recente allestimento del Museo Diocesano di Arte Sacra ha permesso di realizzare un percorso museale in cui si rivive l'evoluzione artistica e spirituale della città. Sono esposte tavole del XIII e XIV secolo, affreschi attribuiti a Ambrogio Lorenzetti, tra cui si segnala la meravigliosa Madonna del Latte, alcune piccole tavole del Sodoma e del Riccio, il Cristo Portacroce del Beccafumi, oltre a sculture e oggetti d'oreficeria. Al centro del percorso museale si trova l'antica sala rettangolare dell'Oratorio Superiore, decorata con affreschi rappresentanti le Storie della Vergine, opera di Girolamo del Pacchia, Sodoma e Beccafumi.

 

Chiesa di Santa Maria Maddalena - La sensazione di entrare in uno scrigno prezioso

La Chiesa di Santa Maria Maddalena a Siena fu costruita dalle monache agostiniane nel 1539, dopo che il loro originario insediamento, fuor di Porta Tufi, fu demolito su ordine del Comune di Siena nel 1526 per motivi di difesa: si temeva infatti che potesse essere preso dai fiorentini che stavano attaccando Siena. Il progetto architettonico fu affidato all’architetto Antonio Maria Lari detto il Tozzo, ma nel corso dei secoli la struttura è stata più volte modificata ed arricchita di decorazioni; ai primi decenni del settecento appartengono gli stucchi barocchi, realizzati dai fratelli Giovan Pietro e BartoloneoCremoni, chiaramente influenzati dalle opere di Giuseppe Mazzuoli, mentre la facciata fu completamente rifatta nel 1839 su progetto di Agostino Fantastici secondo canoni neoclassici. La sensazione che si ha varcando il portone è quella di entrare in uno scrigno prezioso, in cui la decorazione pittorica e scultorea si fondono in un crescendo di leggerezza e di splendore in cui si possono rintracciare echi provenienti da culture artistiche lontane: romane, bolognesi, veneziane. L'impostazione in stucco entro cui trovano collocazione le tele sono di grande maestria compositiva, con l'invenzione degli elementi architettonici allungati e intervallati da elementi figurativi, un fattore che se da un lato conferma la tradizione classica punto di avvio, dall'altro apre nuovi scenari di sperimentazione, coinvolgenti e mai banali. Le figure allegoriche che sormontano i due altari laterali, in una resa collegata agli schemi dell'iconografia classica ma aperta verso un movimento e una leggerezza che trovano come punto culmine l'elemento delle testine angeliche che, rompendo le architetture, sembrano librarsi verso il cielo. Le due acquasantiere, poi, con la nuvola e le figure angeliche che vi si posano sopra, sono di grande originalità, grazie al movimento, quasi turbinoso dei panneggi, la leggerezza degli elementi naturali, la dolcezza delle figure.

Chiesa di San Giorgio - Il più importante edificio del Settecento a Siena

La chiesa di San Giorgio, in Via Pantaneto, è considerato il più importante edificio del Settecento a Siena. Spicca senz'altro la grande facciata in travertino, opera dell'architetto Pietro Cremoni, con lo stemma del cardinale Anton Felice Zondadari, promotore del rifacimento della chiesa. Così come è curioso il campanile – visibile solo dal retro della chiesa – con le 38 finestrelle che si aprono sui quattro lati, che ricordano il numero delle compagni militari senesi impegnate nella vittoriosa battaglia di Montaperti contro i fiorentini del 4 settembre 1260. Ma è all'interno della chiesa, nella controfacciata, che si nasconde una curiosità: è il monumento funebre al pittore Francesco Vanni, eseguito dai figli, con una particolare tecnica di colorazione del marmo, che non è mai stata rivelata dagli autori. E che resta dunque un segreto. La tela all'altare raffigura San Giorgio e il drago ed è attribuita a Sebastiano Conca.

Chiesa di Santo Spirito - La chiesa e la fontana dei Pispini danno particolare armonia alla piazza.

La chiesa di Santo Spirito ha origini trecentesche, ma quella attuale fu realizzata nel Cinquecento dai monaci domenicani. Il bel portale rinascimentale (1519) è stato attribuito a Baldassarre Peruzzi, ma non si ha certezza della cosa. All'interno di particolare rilievo sono gli affreschi del Sodoma nella cappella degli Spagnoli (la prima a destra), la statua lignea dipinta San Vincenzo Ferrer di Giacomo Cozzarelli. La pala seicentesca Madonna e Santi è di Astolfo Petrazzi e sui pilastri ai lati dell'altare maggiore ci sono San Domenico, Santa Caterina d'Alessandria, San Bernardino e Santa Caterina da Siena di Rutilio Manetti.Nella sacrestia, ricavata dall'antico chiostro, si trova un bell'affresco del 1516 opera di Fra' Paolino da Pistoia. L'ex convento adiacente alla chiesa è stato trasformato in carcere.Al centro della piazza la bella Fontana dei Pispini, della metà del Cinquecento.